29.10.04

Ritardi

In ritardo, in ritardo, sempre in ritardo.
Sono nato in ritardo, probabilmente.
Hai ragione, anche del tempo si deve fare notizia. Includere lo straordinario ed escludere l'ordinario. Inventare lo straordinario, se non esiste.
Un uomo che morde Emilio Fede e non Emilio Fede che morde un uomo.
La notizia gonfiata, estrogenica scoppia in un amen come una bolla di sapone. Ma le bolle di sapone non lasciano tracce, le notizie-bolle lasciano tracce maleodoranti, si sedimentano come fango, e come fango ingoiano, sviano e rallentano il pensiero.
Ma non c'è molto tempo, per pensare. Mi sono scoperto a dare giudizi triviali e disinformati – da perfetto ignorante – soltanto perchè lasciavo che a parlare al mio posto fosse la fretta di prendere posizione, una specie di ansia di dichiarare, dire, schierarsi. Il ritmo delle notizie ci obbliga a dire di politica, di religione, di guerra, desiderio sessuale o educazione. Le notizie sono assertive, mai problematiche, mai ipotetiche. E noi le seguiamo, anche noi assertivi e recisi, ignoranti ma decisi.
Come il ministro Castelli.
E l'ignoranza ha la coda di paglia. Si diventa rissosi e polemici nel timore che qualcuno si accorga che, effettivamente, si sta parlando di qualcosa che si ignora al 99%. Forse per questo i politici della CdL sono così sgradevolmente puerili nel ribattere, ringhiare, mordere anche quando non sono aggrediti. Lo stile di molta destra, in Italia e non solo.
Ma non sto parlando di politica, soltanto di umane debolezze.
La televisione resta accesa, intanto. Come il frigorifero o il termosifone. Altrettanto significativa ma infinitamente meno utile.


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