24.12.08

Sera di Natale


Un luogo comune, si dirà. Un'ovvietà assoluta, un banalità.
Oltretutto questa sera - proprio questa sera - mia moglie e mia figlia stanno preparando la cena. Lo sottolineo perchè un evento di quelli che accadono raramente nel corso dell'anno. Non che non vadano d'accordo, ma in genere non c'è molto tempo per cucinare e la possibilità di cucinare in coppia non è molto comune, oltretutto in una cucina di 7-8 m2 dove chi è ai fornelli può arrivare dappertutto senza spostarsi ma dove muoversi in due non è una cosa troppo agevole...
Stanno preparando la cena, dicevo. E io, scacciato dalla cucina dove spesso sono io a lavorare, sono qui ad allineare righe in attesa del fatale grido: «È pronto!».
Come sarà la cena?
Beh, è importante?
No, non penso.
Credo che l'importante sia questa impensabile, inafferrabile possibilità anche solo un paio di settimane fa. Posso morire anche stasera, non che non lo sappia, ma essere qui, ben vivo - ammaccato, ricucito, con alcune parti dolenti, va bene - è un miracolo del quale fatico a trovare un eroe. Ringrazio i medici del reparto di chirugia vascolare delle Molinette, ovvio, e sarei ben felice di regalare a loro un pezzetto di questa gioia leggera. Ma soprattutto vorrei regalare un angolino di questo sollievo - tiepido come una carezza - a tutti coloro che mi hanno letto ugualmente in questi mesi e mi sono stati vicini. Tutti coloro che mi hanno abbracciato, mi hanno regalato un consiglio o un sorriso, sono stati solidali o hanno chiesto mie notizie. Decine e decine di persone che pur conoscendo personalmente mi hanno sorpreso interessandosi alla mia possibilità di recupero e di sopravvivenza. Chi si è preoccupato della mia possibilità di continuare a fare il libraio e chi della mia capacità di allineare righe su un foglio per raccontare una nuova storia. Qualcosa di nuovo e diverso dalla gioia di ricevere un commento positivo. No, un dire: «continua, che le tue storie (vendute o scritte) mi interessano».
Ecco a tutte queste persone vorrei dire un enorme «grazie», qualcosa che con la mia sola bocca faticherei a dire. Dopo di ché prometto di non ritornare sul tema per un pezzetto... Della mia salute penso siamo in molti ad averne le tasche piene. Io per primo.
Ancora soltanto un piccola cosa, molto natalizia.
Capita alle volte di chiedersi - oziosamente - se si è fatto bene a sposarsi. O a fare un figlio.
Poi arriva il momento nel quale il bisogno di qualcuno vicino si fa disperato, un grido muto che soltanto qualcuno può afferrare e al quale rispondere.
S. e M. hanno udito.
Soltanto questo.

19.12.08

The day after


Titolo impegnativo, siamo d'accordo, ma reale.
Ho finito. Con un vistoso cerottone sulla parte destra del collo e in attesa di venire sfasciato definitivamente - il 22/12, per l'esattezza - sono di nuovo a casa. Fatico a fare letteralmente tutto e mi sento stanchissimo ma sono ancora vivo.
Ne approfitto per ringraziare di tutto cuore tutti coloro che mi hanno lasciato un messaggio sul blog o in libreria. In attesa di ritornare al 100% - cosa che, nella mia attuale situazione, assomiglia un po' all'idea di arrivare sulla luna a piedi - mi riscaldo il cuore con le vostre parole e accompagno il mio intervento con un''immagine che, anche senza un motivo preciso, mi ricorda L'Alpha Ralpha Boulevard. Un'immagine molto ben augurante, almeno per me.
Qualcuno di voi l'ha letto? È un racconto di una ventina di pagine e, contemporaneamente, una delle cose più significative siano state scritte nel campo della fantascienza...
Comunque avrete mie notizie in queste pagine. Altrimenti a che cosa serve mai un blog?

13.12.08

Chiuso per...


È arrivata la notizia, ovvero la convocazione.
Domani - domenica 14/12 - sarò ricoverato per la mia seconda operazione alla carotide. Se tutto va bene per giovedì o venerdì sarò di nuovo fuori, questa volta ragionevolmente sano. Sollievo e timore sono le emozioni più persistenti. Oltre a questa, curiosamente, una sensazione di sottile di "vergogna" per abbandonare gli amici della CS nella settimana più intensa di lavoro natalizio. Ancora più forte e quasi intollerabile la sensazione di "lasciare" virtualmente le donne di famiglia - moglie e figlia. Mi auguro soltanto che l'assenza sia breve...
Arrivederci a presto a tutti.

1.12.08

Ancora Natale, uno sguardo più attento

Ormai arrivati praticamente tutti i libri per il Natale è forse il momento di provare a tirare le somme - tendenziali - di un fine anno molto "diverso" dai soliti, segnato da una crisi dalle dimensioni ancora non del tutto definite e che peserà non poco sugli acquisti di tutti.
Un'occhiata a "Bookshop" - ahimé deturpato in copertina da una foto di Sandro Bondi - può essere di una qualche utilità, particolarmente l'articolo che riguarda la Fiera di Francoforte e il suo risultato per le case italiane. Ebbene, secondo «Bookshop» gli italiani questa volta si sono mossi in modo intelligente e accorto, preoccupandosi essenzialmente di vendere piuttosto che di acquistare a ogni prezzo ragionevole o irragionevole il best-seller di successo. Buona nuova che, se ovviamente mette in rilievo i mezzi ridotti dalle grande case editrici italiane, evidenzia anche uno degli elementi fondamentali del nuovo corso italiano: il lancio e il sostegno agli autori di casa. Basti pensare a Paolo Giordano e ai suoi numero primi per capire quanto "pesino" ormai gli autori italiani nel panorama editoriale. Non è ovviamente un problema di qualità - sulla quale anche nel piccolo mondo di LN-LibriNuovi il libro di Giordano ha provocato qualche discussione - ma di un problema puramente di mercato. Giordano (ma anche Fogli, Camilleri, Carofiglio, Vitali, Manfredi tanto per citare gli autori in classifica) è in grado di "reggere" il mercato straniero? O, semplicemente, il suo libro e il suo stile sono ottimi per il mercato italiano e basta?
Comunque sia l'aria che tira è quella di una certa larvata tendenza all'autarchia. I best-seller locali costano meno, questo è sicuro, e un autore "cresciuto" in casa è una sicurezza anche per il futuro.
Ex-allievo di Baricco e della scuola Holden, Giordano viene comunque a dirci che il passaggio attraverso le «scuole»per chi intende "esordire" direttamente nella serie A del libro è fondamentale, praticamente irrinunciabile. Notizia non esattamente buona per tutti coloro che non hanno né il tempo né la voglia e ancora meno il denaro per passare alla Holden… A loro resta comunque la possibilità - Patrick Fogli prima di esordire con Piemme si è sempre occupato di computer - di battere la via del giallo, del thriller, del mistery tutti generi che in questo momento godono comunque di una vita ricca e felice.
Tutto questo significa un miglioramento, un passo avanti per la letteratura italiana? Difficile dirlo. Il libro di Giordano ha una dimensione personale-familiare tutto sommato piuttosto comune nella tradizione italiana degli ultimi cinquant'anni, questo è indiscutibile, ed è onestamente difficile definirlo una fatto nuovo. Più "nuovi" in questo senso sono gli autori teenager che negli ultimi mesi hanno pubblicato romanzi Fantasy. Teenage-Fantasy, chiamiamola così. Fresca, un po' ingenua e inevitabilmente ispirata ai maestri del genere, a cominciare ovviamente da Tolkien. Sono romanzi un po' "riservati", in realtà, nel senso che chi li compra e li legge ha all'incirca la stessa età degli autori. Anche qui voler parlare di valore letterario è almeno arduo. Resta il fatto che un romanzo scritto da un giovanotto diciassettenne costa decisamente meno all'editore della traduzione di un romanzo straniero scritto da qualcuno che non sta più o meno consciamente imitando Tolkien...
Autarchia, si diceva.
Effettivamente il numero di titoli tradotti è in diminuzione. Di qualche piccolo punto percentuale, certo, ma in maniera sensibile. I nuovi autori italiani hanno qualche spazio in più, parrebbe. Se vengono dalla Holden o da qualche altra scuola di scrittura o se hanno 16-17 anni e una fissazione per Tolkien partono comunque avvantaggiati. In alternativa possono dedicarsi al noir (qualsiasi cosa significhi) con qualche fondata speranza di giungere alla pubblicazione.
Un quadro comunque complesso e aperto a molte interpretazioni... In ogni caso non troppo diverso, per lo meno in apparenza, da quello straniero.