5.10.11

La Libreria più grande del mondo (?)


L'8 e il 9 di ottobre, ovvero questo week-end, ci sarà la nuova edizione de «I portici di carta», rassegna libraria inventata dai librai torinesi e giunta alla sua quinta edizione. 
Di che cosa si tratta?
Sostanzialmente di un mercato librario all'aperto, alloggiato sotto i portici di Via Roma, ovvero nelle «vasche» del passeggio festivo e semifestivo pomeridiano a Torino. 
Un «mercatino» di considerevoli dimensioni, ovvero un paio di chilometri - più o meno - di bancarelle con romanzi, saggi, biografie, manuali, pamphlet, interventi, trattati, ebdomadarii, enciclopedie, riviste, calendari, albi, e-book e DVD  in edizioni lussuose o ultraeconomiche, in forma di tascabili, brossura, in-folio e rilegati, nuovi e usati, organizzati secondo le aree di specializzazione (Narrativa, Passioni, Arti espressive, Storia e società, Bambini, Scienza e tecnologia ecc.) in grado di saziare anche il lettore più incontentabile. 
Un'iniziativa non piccola né così facile da organizzare e che ha, ovviamente, dei costi. 
E qui veniamo al problema con il quale i Portici si sono dovuti scontrare più o meno dalla sua nascita, aggravato quest'anno dalla crisi economica e dalla situazione non facile degli enti locali. 
A Torino, città ormai da lustri governata dal centro-sinistra, esistono non poche iniziative legate al libro. Dall'annuale Fiera del Libro al Circolo dei Lettori, iniziative in un caso legate all'esposizione da parte degli editori della propria produzione e nell'altro alla presentazione al pubblico dei lettori di autori e titoli di una certa rilevanza culturale. 
In mezzo a questi due «giganti» - per lo meno in termini di investimenti da parte degli enti locali - ci siamo noialtri librai con i nostri piccoli e pelosi «Portici», che, a quanto pare non stimolano particolarmente giunta e assessori. 
Quest'anno il calendario dei Portici è slittato da fine settembre a metà ottobre cosa che non è poi così secondaria, dal momento che esporre i propri banchi sotto la pioggia non è una buona idea... Senza contare la soddisfazione impareggiabile di rimanere per un intero week-end esposti letteralmente ai quattro venti dietro a un tavolino... 
«Ma a Torino a settembre ci sono già troppe iniziative, ed è il caso di scaglionarle un po'». Sulla base di questa argomentazione, illustrata dall'assessore alla cultura di Torino - dottor Braccialarghe -, la prima proposta arrivata ai librai è stata quella di tenere i Portici in novembre (!!!), proposta fortunatamente rientrata. 
I manifesti per la manifestazione sono stati preparati soltanto lunedì (3 ottobre), mentre i volantini non sono ancora pronti e dio solo (e forse l'assessore Braccialarghe) sanno quando saranno pronti. Come per le passate occasioni la pubblicità all'iniziativa è quantomeno in ritardo, e quest'anno si rischia seriamente di non vederla per nulla.
Non parliamo poi di un minimo di pubblicità in Piemonte e nel resto dell'Italia del Nord. 
Scomparso il sito web dei «Portici», sono apparse alcune - brevi - segnalazioni sul sito della Fondazione per il libro, la musica e la cultura (Fiera del libro) e su siti locali (Ecotorino ecc.), meno dello spazio e del risalto che avrebbe avuto un passaggio a Torino di Umberto Eco o di Andrea Camilleri. 
Insomma, il dubbio che viene è che se i Portici non fossero proprio andati in onda nessuno nelle giunte comunali e regionali si sarebbe suicidato per il dispiacere. Ed è veramente un esempio di felice ed immemore imbecillità aver fatto così poco per una manifestazione unica in Europa. 
Prontissimo a rimangiarmi tutto e a pubblicare grandi post pieni di scuse nel caso le cose andassero diversamente e il comune di Torino dimostrasse un po' di interesse e di considerazione per noialtri «bottegai della cultura», ma stando così le cose non posso che constatare che ancora una volta ha prevalso la considerazione, odorosa di una sinistra stantia e un pochino radical-chic e comunque piuttosto idiota e parecchio datata, per la quale «fare cultura» e «vendere libri» sono cose lontano anni luce. 
Non è vero, maledizione.
Chi vende libri lo fa perché li ama.
Ama la lettura e persino i lettori : )
E non passa il tempo a escogitare sistemi per bidonarli. 
In ogni caso se avete qualcosa da replicare a questo post (o anche soltanto per salutarmi) potete trovarmi nella sezione «Scienza e Tecnologia», al solito posto, tra Piazza San Carlo e Piazza Castello. 
Sperando che non piova.

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