16.12.11

Il tempo passa lento, a Natale



No, non è una riflessione sul male di vivere nei dintorni di una grande festa. 
Né una meditazione sulla corsa consumista agli acquisti natalizi. 
Più semplicemente è una collezione di osservazioni poco serie e di considerazioni superflue sulla vita in libreria in questo periodo. 
Nulla di memorabile, sia chiaro. 
Se fossi una persona seria dedicherei questo spazio a lamentarmi del destino cinico e baro e dell'inevitabile caduta degli incassi - a fronte di spese in costante aumento. Ma io non sono una persona seria. 
In futuro, se passate dalle parti del ponte Isabella e avete voglia di ridere, affacciatevi. Sarà un piacere salutarvi. 
...
Il periodo natalizio parte lentamente.
Verso metà novembre cominciano ad arrivare i primi, armati di un foglietto o di un'agenducola irta di note incomprensibili. Scelgono sei o sette libri in periodo di magra, spuntano la nota, non vogliono pacchi, - «prima me li guardo io» - e se ne vanno soddisfatti, convinti di aver risolto il problema dei regali natalizi. 
Ovviamente li si vede riapparire intorno al 23-24 del mese di dicembre, irritati, bruschi e approssimativi. Chiedono XY, che nel frattempo è strafinito, WZ, AB, Tizio & Caio, tutti terminati e alla fine se ne vanno con un libro qualunque, stramaledicendo il cugino - o l'amico, l'ex-amante, la zietta, il padrino - che hanno pensato bene di regalare loro qualcosa senza preoccuparsi di sapere se erano o meno presenti sulla nota. 
A equilibrare i previdenti i ritardatari perenni, quelli che compaiono in libreria intorno alle 18.00 del 24/12. L'andamento è molto simile - avete XY? WZ? AB? - concluso con 3-4 libri scelti tra quelli a portata di mano che inevitabilmente ritorneranno in libreria dal 27/12 in avanti. 
«Questa è la terza copia di Isabela Allende che ho ricevuto...»
Gli altri clienti, più normali, distribuiscono i loro acquisti nel periodo compreso tra il 5-10 e il 20/12. Scelgono con maggiore o minore attenzione, se qualcosa manca è ancora possibile riordinarlo e i destinatari del regalo possono contare perlomeno su una scelta mirata. 
Ma esistono anche i clienti seriali, quelli che tutti gli anni regalano BrunoVespa GiorgioBocca GiampaoloPansa o MarcoTravaglio o i clienti convinti che i regali di natale siano il momento nel quale si può e si deve propagandare il proprio punto di vista sul mondo e che regalano 7-8 copie dell'ultima saggina Donzelli. O chi pensa che debba essere la salute la principale preoccupazione di chiunque e che quindi regalano 25-30 copie (giuro, è successo) di un manuale di alimentazione basato sul segno zodiacale. 
A natale si fanno vivi anche coloro che normalmente non leggono e che decidono di tentare di leggiucchiare qualcosa. 
Ovviamente entrano in libreria poco convinti, chiedono sommessamente - o ad alta voce, dipende dal carattere - «Il libro di Ibra»/«Il libro delle ricette di quella là della TV». 
Apprendono il prezzo e in un caso su due decidono che non vale la pena di migliorare la percentuale dei lettori in Italia. Se decidono di acquistare cominciano a tirare sul prezzo, a lamentarsi del costo dei libri o a pretendere lo sconto sulla base del fatto che il proprio cugino acquisito è professore di applicazioni tecniche. 
Fanno spesso arrabbiare i non-lettori in libreria, ma se si prova a mettersi nei loro panni si rabbrividisce pensando che probabilmente a loro appaiamo tutti - librai e clienti - un insieme irritante, contegnoso e snob di intellettualoidi.  
Uno stato d'animo che è la premessa ideale a dichiarazioni criptonazista e a intolleranze paraleghiste. 
Questo è il motivo per il quale mi sforzo di mostrare pazienza... 
No, no, la pazienza si vede e risulta insultante tanto quanto, anzi anche di più. 
Cerco di rimanere me stesso, nulla di più. 
Resisto e mi adopero anche se mi chiedono cose incomprensibili e introvabili come il «libro del giornalista sportivo, quello che c'era l'altra sera a Videosport» o «Il libro degli oroscopi che poi si può usare anche per giocare al lotto».
Il libro degli oroscopi come sarà considerato dal sondaggista dell'ISTAT? La signora ultrasessantenne sarà inserita tra i lettori o ricacciata nella palude dei non lettori? 
...
C'è poi il cliente commercialista o avvocato che compra i libri per tutti quelli dello studio. Sceglie i libri tra i primi 6 o 7 della classifica dei libri più venduti, chiede lo sconto e si fa fare la fattura con la dicitura «Libri ad uso professionale e per aggiornamento personale», in modo da poterli inserire nella dichiarazione IVA. 
C'è il cliente che vorrebbe regalare libri che nessun altro regala e che si presenta con un elenco di libri introvabili, esauriti o sconosciuti. 
C'è il cliente che rifiuta di acquistare libri Mondadori, Einaudi, Piemme, Sperling & Kupfer. «Il libro di XZ? Ah, è di Mondadori... No, no. Piuttosto prendo quello di WQ. È di Einaudi? Cribbio. E questo qui? Di  Guanda? E di chi è Guanda? Messaggerie Libri. Va bene.».
Come se Messaggerie Libri fosse una società di mutuo soccorso o una cooperativa di anarchici.
C'è il cliente...
No, adesso basta. 
Ma ci ritorneremo. 
Adesso devo tornare in trincea. 




2 commenti:

cily ha detto...

Fantastico!Questi tuoi post sono eccezionali.
Credo che il contatto con il pubblico se lo si affronta con l'ironia e lo spirito giusti, come fai tu, possa non uccidere.

Mi fa ridere il cliente delle 18 del 24 perchè mio fratello è così.
Fa i regali di Natale il 24 e pretende anche di risparmiare.
Però obiettivamente la libreria è più rassicurante di qualsiasi altro negozio se sei così tanto in ritardo.
In libreria hai la sensazione di tanta abbondanza mentre per esempio in un negozio di vestiti non trovi più le taglie e i colori o in un negozio di articoli per la casa non trovi più le tazzine economiche ma solo quelle di finissima porcellana lavorata a mano da 20 euro l'una.
Il problema è che mio fratello per esempio non è un gran lettore quindi non sai che darei per seguirlo in libreria quando tenta di regalare un libro.
In ogni caso per Natale io e mia mamma abbiamo provato a regalargli un e-reader visto che questa estate si era innamorato del mio kindle.
Fascino innato delle novità tecnologiche anche se dubito che avere un e-reader diventerà mai uno status symbol.

Eppoi mi piacciono i non lettori che comunque ci provano. Quelli sono da mandare ai pazzi se tenti di aiutarli perchè non sanno neanche loro cosa cercano.
Vogliono solo provare a fare qualcosa che sanno giusta ma che non è nelle loro corde, un po' come chi tenta di mettersi a dieta ma non è proprio convintissimo o quelli che si iscrivono in palestra per la prima volta e non si capisce se vogliono fare sport aerobico per il cuore e la circolazione o fare i muscoli o che altro.
Si iscrivono in palestra "perchè fa bene".
E così i non lettori. Sempre mio fratello di solito si ammazza a leggere un libro pseudointellettuale che io non leggerei manco sotto tortura con cui campa di rendita per almeno 4-5 mesi. Per avere qualcosa con cui alimentare le conversazioni, dice lui.
Libri come medicine insomma.

Aspetto altri post, adoro questa serie di "Vita da libraio". :)
Buon lavoro e ti auguro tanta tanta pazienza per quest'ultima settimana ce ne sarà bisogno! :)

Cily

Massimo Citi ha detto...

Grazie!
L'ironia e lo spirito sono tutto ciò che ci tiene in piedi in questo momento.
Cercherò di resistere, comunque, anche se non è facilissimo. L'ultimo cliente entrato, per dire, aveva un lungo elenco (20 o più) titoli usciti dal 1994 al 2003 dei quali, abbiamo insieme scoperto, ce ne sono tuttora in commercio 3 (tre).
Mezz'ora e molta pazienza.
Due li avevo subito disponibili, ma il cliente mi ha comunicato: «Grazie, era solo per un controllo (???), nel caso me ne servissero ripasserò».
«Come no, grazie».
Siamo qui per questo, no?