21.9.12

Leggere per leggere, scrivere per scrivere


L'e-book e il supporto sul quale leggerlo, il tablet o l'e-reader, sono diventati un elemento di riflessione e di osservazione praticamente quotidiano per chiunque abbia l'abitudine della lettura. Sono apparsi numerosi distributori di e-book e di file leggibili a mezzo e-reader o tablet, l'elenco dei distributori nazionali per gli editori italiani è facilmente raggiungibile da questa pagina. Ma sono apparsi anche distributori internazionali per l'autopubblicazione e l'autodistribuzione dei propri libri, Lulu e Youcanprint sono i primi a venirmi in mente, ma senza dimenticare - e come si potrebbe? - Amazon.it, qui una breve guida per la pubblicazione offerta da e-book reader
Non mancano, infine, i centri di distribuzione autonomi e indipendenti, come Il pub di pub che pubblicizza e distribuisce gratuitamente gli e-book di autori notissimi, liberi dal costo dei diritti d'autore, come di semisconosciuti come il sottoscritto che non li richiedono.
Fin qui tutto bene, parrebbe. Il nostro autore si fa preparare o crea direttamente il suo e-book, magari gli appone anche un prezzo, spesso sostanzialmente irrisorio, avvisa amici e parenti e attende, fiducioso, che finalmente il suo libro venga letto.
Solo che...
No, non corriamo. Gettiamo un'occhiata, piuttosto, a un interessante articolo di Luca Ferrieri apparso sul www.Ilmanifesto.it il 12 settembre u.s. Un articolo dove si avvia una stimolante riflessione sulla diffusione dell'e-book nell'Italia contemporanea. Stimolante in particolare quando Ferrieri parla della self publishing, sottolineando che: «per essere veramente self (e non l'ennesima metamorfosi della vanity press) ha bisogno ancora, e come, di un vero editore alle spalle.».
"Un vero editore alle spalle" significa, verosimilmente, un'assistenza all'autore sotto diversi punti di vista. Sulla forma del testo, innanzitutto, in forma di un editing attento e sensibile, sulla sua organizzazione e sulla presentazione al pubblico in forma elettronica. SBF Stealth scrive a tale proposito: «Ma come in tutte le cose un ePUB può essere fatto bene o fatto male. Se è fatto male il rischio è che l'ebook non sia leggibile, o sia brutto, che fa lo stesso», e che, infine, distribuisca il libro proponendolo sulle librerie on line o sui propri strumenti di diffusione.
Il problema, a questo punto, è quello di capire se merita o meno dedicare una parte dei propri (possibili) incassi a una piattaforma distributiva o se decidere di proporre il proprio testo a un editore, con tutto ciò che questo significa. O se, in definitiva, non conviene puntare a oltranza sull'autopubblicazione e sull'autodistribuzione.  
Il problema vero, probabilmente, è quello di comprendere che il vostro, il mio libro - autopubblicato e autodistribuito - ha elevatissime probabilità di essere letto quasi esclusivamente dai vostri amici e parenti. E magari da qualche amico on line nel caso abbiate un blog. 


Mantenendo i piedi per terra, le possibilità di essere notato da uno scout stipendiato da un vero editore sono pari più o meno a quelle che il nostro sole si trasformi in nova da un momento all'altro. I testi in circolazione, offerti agli editori o meno, sono semplicemente troppi e d'altro canto la qualità testuale e formale di molti dei testi offerti a mezzo e-book - detto per esperienza - è spesso talmente bassa da disincentivare qualsiasi incauto coraggioso [1]. I motivi dell'inflazione di autori e di testi e della scarsa competenza in materia di scrittura sono molti e hanno profonde radici storiche e non mi pare il caso di stare a enumerarli qui. Volendo potremo parlarne in altra occasione.
Diciamo comunque che chi decide di autopubblicarsi e autodistribuirsi sarà condannato con ogni probabilità all'anonimato e all'oscurità, più o meno felice in rapporto alle proprie intenzioni e alla qualità dei propri testi.
Il che è più o meno la mia situazione. 
Esiste un modo per riuscire a farsi notare senza sbattersi ad animare costantemente il proprio blog, la propria pagina su facebook o su Linkedin? 
No, temo proprio di no. 
A meno che... 
Sì, a meno di fare della propria debolezza una forza. 
Cooperare, collaborare, organizzarsi con altri autori per moltiplicare le proprie forze e le proprie energie. Sfruttando con pazienza e umiltà i talenti dispersi on line e proponendo i propri testi con la precisa intenzione di raggranellare critiche, osservazioni, riflessioni. 
E censure, se è necessario e utile. 
In fondo tutti gli autori hanno avuto critiche ingenerose e brutali in gioventù, ma nonostante questo hanno continuato a scrivere.
Mi piacerebbe, e lo scrivo qui prima di ripensarci, che si giungesse a una forma di feconda autopubblicazione coram populi, all'edizione on line di testi in fieri, di frammenti, brani, abbozzi, semplici idee da sottoporre a lettori attenti e dotati di strumenti adeguati di giudizio. 
Lo so, lo so è pesante e difficile - soprattutto per chi è chiamato a fornire un parere - ma potrebbe essere un modo per uscire da una situazione altrimenti bloccata. Un blog di abbozzi, un foglio comune che potrebbe diventare un vero laboratorio di scrittura, un produttore di antologie poliautoriali come di romanzi autoprodotti oltre che un marchio spendibile sul web.
...
Non mi aspetto risposte rapide né soluzioni geniali. 
Non attendo una vita facile né tantomeno di farmi nuovi amici - semmai il contrario, esattamente come non mi aspetto che la sensibilità in tema di narrazione sia ugualmente diffusa o che i gusti letterari possano incontrarsi. È soltanto un'offerta che, con la mia esperienza di libraio, editore e autore propongo a chi mi legge e che sto già, privatamente, conducendo gratuitamente sui testi che mi vengono inviati [2]. 
Non sono il maestro di nessuno e a nessuno posso offrire un futuro radioso, ma mi illudo che parlare di narrativa - altrui e propria - sia uno dei motivi per i quali si riempiono pagine su pagine. Il secondo - o anche il primo - può essere il desiderio di essere notato ed elogiato, ne sono ben conscio, ma per arrivarci bisogna riuscire a scrivere bene, obiettivo che non è facile né a portata di mano. 
Se volete, potete scrivere su questo blog il vostro parere o scrivermi al mio indirizzo e-mail (massimo.citi[at]fastwebnet.it). 
Nella peggiore delle ipotesi potremo continuare a leggere per leggere e a scrivere per scrivere. 
In fondo è già un'ottima cosa. 



[1] Ahem... .come spiegherò in seguito, il mio scopo non è quello di trovare nuovi amici. 
[2] Comunque, e lo dico per chiarezza, è molto probabile che giunga a creare un blog-officina con l'inizio del nuovo anno. Dove raccoglierò i consigli, ma anche i dubbi, i disgusti e le censure dei lettori, casuali o intenzionali, su testi miei e di chi vorrà inviarli e sottoporli al giudizio dei lettori. 
In fondo, da disoccupato quale sono, un'attività qualunque è meglio che far nulla... 


9 commenti:

Marcella Andreini ha detto...

Già partire, non con lo scopo di trovare nuovi amici, è una bella filosofia. Io potrei servire a qualcosa? Fammi sapere.
PS: il mio libro per anni si è impolverato negli scaffali della mia libreria, ora - appunto dopo l'autopubblicazione - si sta congelando nella vetrina di Lulu!! Diciamo che più che leggere, lui si fa osservare!

Massimo Citi ha detto...

@Orlando: onestsmente tu sei stata una delle persone alle quali ho pensato cominciando a scrivere questo post. Nel senso che tu sai scrivere ma, come me, hai bisogno di misurarti con un pubblico più ampio e meno domestico. Di perdere qualche amico, magari :)
Sei preziosa, aspetto altre presenze per cominciare a ragionare seriamente, e comunque comincio a calcolarti tra i possibili interpreti/utilizzatori di un futuribile blog-officina.

Marcella Andreini ha detto...

Sai, ho percepito tra le righe che mi stavi chiamando: tra le righe capisco abbastanza, è nelle conversazioni che fraintendo quasi tutto. Vedrai che ci capiremo fino a che non ci parleremo:) Sì, tienimi presente, ci sono.

Argonauta Xeno ha detto...

Io ho avuto fare con pochissimi ebook autopubblicati e sono andato un po' "sul sicuro". Non fatico a credere che ci sia un 90% di autori che considerano esauriti i propri sforzi mandando una mail a un - come si chiamano? servizi tipo Narcissus - e... beh, l'ebook aspetta nell'anonimo abisso dei 99 centesimi. La mia modesta opinione è che se uno vuole autopubblicarsi (per tutte le ragioni del mondo) si deve sostituire all'editore riempiendo tutti i buchi. Il che vuol dire, per esempio, avvalersi di pareri esterni, editing, impaginazione, etc. Ah, e la promozione, ovviamente.
Più che autopubblicazione (che può indicare i tanti ebook che si trovano per blog) parlerei di autoproduzione - è il nome che darei io, lo uso per distinguere mentalmente due risultati diversi, non l'idea di fondo.
In musica, fra l'altro, l'autoproduzione è più affermata e gli album indipendenti spesso sono a livello delle altre uscite discografiche.

Non so bene quale siano target o modalità del progetto che hai suggerito, ma se serve una mano sarei più che lieto di partecipare a un brainstorming.

Romina Tamerici ha detto...

Questo argomento mi tocca particolarmente visto che il mio nuovo libro è in valutazione presso degli editori free e ricevo anche proposte di POD e self publishing nel web.
I miei due libri pubblicati hanno venduto poco e solo nella misura in cui io li ho distribuiti. Ora ne sto scrivendo altri due. Insomma, no, non mi arrendo.

Sono una persona molto pignola e mi piace dispensare consigli a chi me li chiede se ho il tempo di farlo. Ne sa qualcosa chi fa dei progetti con me per esempio su Abaluth, quindi, se inventerai un luogo di scambio, potrei venire a insegnare quel poco che so e a imparare tutto ciò che ancora mi manca! Tienimi informata!

Massimo Citi ha detto...

@SX: grazie, penso di avere davvero bisogno di suggerimenti, idee, proposte ecc. Ho una certa pratica di editing, maturata in anni e anni di attività, ma lavorare on line su un testo "aperto" e disponibile a tutti - di altri, come mio - è comunque un passo nel vuoto. Avrai mie notizie, anche perché tutti i passi del progetto saranno presentati on line e solleciterò proposte e progetti.

Massimo Citi ha detto...

@Romina Tamerici: grazie, ho notato la tua attenzione nella definizione degli strumenti tipici del narrare e sono convinto che il tuo contributo sarà importante. Ovviamente, come sai, il narrare non nasce soltanto da una somma più o meno ampia di competenze linguistiche ma dal "genio" - anche temporaneo - di combinarle, aggiungendo un'ulteriore dimensione - inattesa - alla pura competenza linquistica. Ecco, mettersi sulla strada per cominciare a individuare tali elementi, per imparare a maneggiare il "lievito" del narrare dovrebbe essere il compito di una possibile officina. Avrai comunque mie notizie, anche perché le primissime fasi del processo di creazione di un blog-officina passeranno giocoforza sul mio blog.

S_3ves ha detto...

Ci sono anch'io. Occupandomi di Alia e di LibriNuovi mi sono un po' impratichita con l'editing e lo ritengo una fase non solo indispensabile ma anche divertente dello scrivere. Poter "cercare" insieme la forma di un contenuto narrativo è, per esperienza, una delle cose più stimolanti, sia nel ruolo di autore sia in quello di editor. Il progetto mi interessa anche perché riprende sul web, quindi potenzialmente toccando molta più gente, quello di tanti anni fa del Koro.
In più non credo affatto che basti farsi (o farsi fare) un e-book per essere letti. Gli e-book autoprodotti ormai sono talmente tanti che scompaiono nel mare magnum della rete come sugli scaffali delle librerie e, alla fine, non creano sufficiente interesse nei potenziali lettori proprio per l'aspetto dilettatnesco dell'operazione, in una parola perchè nessuno garantisce che abbiano avuto un editing, un po' di letture spassionate ecc.

Massimo Citi ha detto...

S_3ves: un centro pieno. Lavorare sui testi è ciò che mi piace fare. A presto!