4.12.12

Nei panni dell'editore


Ogni tanto mi capita di vestire i panni dell'editore e di provare a collaborare con i miei colleghi nella gestione comune della libreria Piemonte Libri di via Arsenale, qui a Torino. 
La libreria, come forse qualcuno ricorderà, è nata più di due anni fa in seguito a un'iniziativa di un'associazione locale in risposta a un bando della giunta piemontese di allora, con Oliva come assessore alla cultura regionale. La regione Piemonte si offriva di sostenere i primi tre anni di gestione della libreria con uno stanziamento complessivo intorno ai 500.000 euro, fino a quando, in sostanza, la libreria non sarebbe riuscita a navigare da sola. 
Dei tre anni ne sono passati più di due, il finanziamento della regione è in ritardo di mesi, gli incassi della libreria non coprono le spese - particolamente l'affitto del locale, posto in pieno centro - la libreria è esposta per migliaia di euro nei confronti degli editori che hanno fatturato i loro libri con lo sconto (straordinario) del 50% [1], le tre persone che lavorano in libreria sono in attesa di qualche mese di stipendio e la regione - dove nel frattempo il colore della giunta è cambiato - ha già fatto sapere che non rinnoverà il finanziamento che quindi terminerà entro il prossimo aprile. 
Una situazione non facile, tanto per usare un eufemismo, dove l'associazione «Sulla Parola» che ha gestito finora l'iniziativa ha già fatto sapere che passerà la mano e che sarà già contentissima di recuperare i soldi anticipati. 
Gli editori aderenti al progetto sono ufficialmente 140, dei quali più della metà sono di Torino, che pagano una quota sostanzialmente simbolica (15 euro/anno) per utilizzare la libreria, esponendo il proprio catalogo e organizzando presentazioni al vasto piano inferiore della libreria, organizzato come sala riunioni e presentazioni.
Personalmente mi sono aggiunto soltanto a luglio di quest'anno, partecipando con una trentina di titoli, praticamente tutti usciti prima del 2012, con esiti di vendita che potrei senza problemi definire deludenti. Ma non mi aspettavo miracoli, naturalmente. Luglio e agosto sono mesi vuoti - ho fatto il libraio anch'io, in fondo - settembre e ottobre senza scolastica e universitaria sono mesi appena appena medi e in condizioni normali ci si può aspettare una ripresa delle vendite da metà novembre in avanti. In condizioni normali, però, non con gli acquisti in caduta libera da mesi a questa parte e una tredicesima falcidiata dall'IMU. 
La situazione che si può provare a disegnare e che riguarda me e gli altri 139 editori piemontesi può avere alcuni diversi esiti. Il primo è quello di aspettare senza far nulla che scada il contratto di affitto, passare a ritirare i libri giacenti e dimenticare tutto. Lo spazio per gli editori non promossi da Me(ssaggerie) Li(bri) o da RCS-Rizzoli, da Mondadori o dalla PDE di Feltrinelli è molto vicino a zero nelle librerie indipendenti ed è praticamente nullo nelle librerie di catena e sperare che la situazione possa modificarsi grazie a un cambio di linea delle librerie è come sperare che Babbo Natale scenda dal camino per portare a noi tutti, grandi e piccini, i regali preparati dai suoi elfi. Senza un punto vendita in città le possibilità di essere presenti sul mercato degli editori - di questi editori, perlomeno - risulteranno nettamente ridotte.
«Sì, ma cosa fanno, questi editori? Un po' di libri in dialetto piemontese, qualcuno sulla montagna, qualcuno sul vino e parecchi pagati dall'autore».
No, non è vero. Provate un po' a passare dal sito di Piemonte Libri e fatevi un'idea. Non è possibile semplicemente azzerare più di cinquemila titoli. 
Quindi rimangono altre possibilità. 
Cercare un altro punto vendita, sia pure più piccolo e senza uno spazio predisposto per le presentazioni, accettando il principio per il quale le presentazioni hanno fatto il loro tempo e conviene ora pensare a semplici, veloci incontri con i lettori. Cercare di recuperare ancora qualcosa - dell'ordine di un decimo dello stanziamento precedente - dalla Regione Piemonte, tenendo comunque conto che la Regione è stata colpita dalla spending review montiana e che l'indebitamento degli enti locali - anche grazie a manovre e interventi largamente discutibili - ha raggiunto livelli insostenibili. Lavorare sugli eventi, da Portici di Carta a Più Libri più liberi, cercare di essere maggiormente presenti on line (problema tutt'altro che piccolo con editori che sostanzialmente ignorano le vendite on line e l'esistenza degli e-book) e sul territorio. Cercare, in breve, di fare della libreria una vetrina costantemente presente e continuare a esistere come progetto comune, per preservare il posto di lavoro alle persone che lavorano in libreria e salvare questo spazio assolutamente unico.
Ho partecipato a una riunione per stendere un progetto da presentare alla Regione e curiosamente è stata un riunione utile e costruttiva. Il documento è stato steso e a giorni ne riparleremo. 
Personalmente sono passato da una libreria che faticava a pagare affitto, spese e tasse a un libreria che fatica eccetera. Quantomeno non posso dire di essere sorpreso, anche se credo che il problema stia tutto nei libri, una «merce» poco appetibile per un'Italia in rapida avvicinamento all'analfabetismo di ritorno.
Ma ormai sono abituato a combattere per nulla e gloriarmi della mia condizione di eroico sconfitto, tanto che non posso più farne a meno. 
Continuate a seguire il mio blog e vi dirò com'è andata a finire. Non prometto nulla, tranne la mia assoluta, stolida convinzione di non mollare.     



[1] Lo sconto medio concesso normalmente dagli editori alle librerie è del 30%. Lo sconto del 50% (o più) è generalmente concesso dall'editore al proprio distributore e si tratta di un sconto esclusivo concesso secondo un contratto di distribuzione. Ne consegue che se un editore concede tale sconto a una libreria si trova ad aver spezzato il contratto con il distributore. Questo spiega le difficoltà ulteriori o la mancata adesione di alcuni editori al progetto. Ed è un elemento di forte dibattito tuttora in corso.  

2 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

...e noi seguiremo con interesse le nuove puntate augurando che perlomeno ci possa essere un lieto fine.
Avrei delle altre considerazioni da fare, ma te le dirò tramite mail.

Massimo Citi ha detto...

@Nick: me lo auguro anch'io, anche se ho almeno qualche dubbio in proposito. Leggerò gli e-mail soltanto domani - oggi sono fuori casa per tutto il giorno - ma sarò ben contento di risponderti.