5.4.13

Putiferio serve una birra


Non è una vera e propria parodia, quella che segue. Soltanto un modo particolare di svolgere uno dei temi del seminario autogestito a suo tempo frequentato: svolgere una storia di genere inserendovi una donna e una birra (o più d'una) rovesciate, il tutto entro le 5.000 battute. All'epoca scelsi come canone la storia per bambini, anche se mi rendo conto che almeno in parte ciurlai nel manico, presentando come storia da bambini un calco che deve parecchio a Roald Dahl e qualcosina a Mervin Peake. Il nome della cameriera della birreria è un piccolo debito verso un cartoon italiano di Gino e Roberto Gavioli, datato 1968: «Putiferio va alla guerra».
Buona lettura, in ogni caso: 


 Putiferio

- Non mi piace la marmellata!
I quattro fecero un passo indietro stupiti.
- Nemmeno quella di ciliege? - Chiese timidamente Acchiappaguai.
- No! - E così dicendo il giovane re gli lanciò un grosso libro scritto da un famoso e noiosissimo filosofo che colpì il povero Acchiappaguai con lo spigolo.
- Ahiahiahiahi! Povero me! Tutta colpa di questo stupido nome.
- Il nome è la conseguenza, sciocco, non la causa. - Paroladoro si lisciò i baffi con le dita. Il sovrano continuava a lanciare loro addosso tutto quello che gli capitava sotto mano urlando come un barbaro dell'Oltreghiaccio e intanto Paroladoro pensava - interrompendosi solo per chinarsi di tanto in tanto: Nove anni. Nove anni di tentativi falliti, di squisite pietanze e di cuochi sopraffini. Tutto inutile. Sua maestà Levomiro Artasio Veniero Ansante Quarto dei Crociferi non mangia altro che polenta, solo polenta cucinata da Manolenta, lo sguattero delle reali cucine. E per giunta fredda. Ahi!
Un arco in legno del Reale gioco di costruzioni aveva centrato la fronte del Primo Consigliere di Sua Maestà, il luminoso Visconte Paroladoro dei Piani Erbosi che ora se la sfregava non solo per l'amarezza ma anche per il dolore.
- Che facciamo?
Erbalunga, il dispensiere e gran confetturiere di corte, si strinse nelle spalle. Teneva il vaso della marmellata dietro la schiena per salvarlo dalla furia del sovrano.
- Voglio andare da Putiferio! Subito! - Urlò sua maestà, rimasto senza munizioni.
- Sentito? Si va da Putiferio. - Disse Paroladoro a Erbalunga.
La real carrozza li trasportò tutti e cinque - Paroladoro, Erbalunga, Acchiappaguai, Ombragrigia e Levomiro IV - nella vecchia, sporca, puzzolente birreria Buccia di patata dove Putiferio, una ragazzina di dodici anni, serviva ai tavoli.
- Bene. Ordinate una birra.
- Ma... Maestà. Io non ho sete. - Annunciò il solito Acchiappaguai.
- É un nostro desiderio. E lo sai che i nostri desideri...
- Sono ordini! - Aggiunsero in coro gli altri.
- I signori desiderano?
I quattro guardarono la ragazzina aggrottando la fronte.
- La solita birra per tutti. - Ombragrigia il guerriero era abituato ad affrontare coraggiosamente la sorte.
Putiferio si allontanò. Fatti due passi inciampò in qualcosa e finì lunga e tirata per terra. Per farsi male non se ne faceva quasi mai: era solo distratta, ma così distratta che non si sarebbe accorta di nulla nemmeno se il locale si fosse riempito di draghi o fosse scomparso per un incantesimo. Si tirò su con la pazienza e la calma di chi tanto ci è abituato e riprese a marciare verso il bancone.
- Io amo quella ragazza! - Annunciò il sovrano.
- Non è degna di voi, maestà. Sapete bene che siete promesso alla meravigliosa Principessa Corallina Birillo Zeffiro Nasinsù di Porto Sagittario.
- A me piace Putiferio. E un giorno o l'altro scapperò con lei. Ma perché non vi cercate una altro re?
Paroladoro si morse le labbra per non dire Volentieri e spiegò: - La gloriosa famiglia dei Crociferi regge Zuberia dai tempi dei tempi e...
- Arriva la birra!
L'unica speranza era che Putiferio inciampasse prima di arrivare nei paraggi. Ma non accadeva mai: in genere arrivava fin davanti al tavolino per poi stramazzare e mandare birra e boccali a inzuppare ben bene i clienti. Stranamente sua maestà in quei casi se la cavava asciutto e contento mentre la sua piccola corte riprendeva la strada di casa fradicia e triste come un gatto caduto in una fogna.
Puntualmente Putiferio arrivò fino a un palmo da loro, fece in tempo a dire - Servit... - per poi inciampare in chissachè e vuotar loro addosso quattro pinte abbondanti di birra scura.
- Scusate, scusate vi prego. Vado subito a prendervi altre quattro birre.
- Per carità. Così ci basta. Quanto vi dobbiamo? - Chiese Erbalunga.
Paroladoro prese con due dita il bordo di pizzo fradicio e macchiato del suo abito di velluto e lo annusò con una smorfia.
Levomiro intanto rideva a crepapelle, si batteva i pugni sulle ginocchia, pestava i piedi per terra e nitriva, e la cosa faceva male al cuore dei suoi cortigiani.
Il Primo Consigliere pagò un ducato e si alzò.
- Bene, torniamo a palazzo?
- NO! - Urlò Levomiro.
Paroladoro si schiarì la gola. - Dicevo... Andiamo a...
- NO! Siete sordo?
- Maestà ma...
- Putiferio! Un'altra birra. Per tutti! - Urlò il giovane sovrano.


4 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Divertente. Anche la storia, i nomi dei personaggi e l' ambientazione ricordano molto le storie per bembini cresciuti di fine anni sessanta. Ricordi? Quelle che musicava Silverio Pisu, ecco quello è lo stile.

Massimo Citi ha detto...

@Nick: azz... mi ricordo vagamente di un signore che si chiamava Silverio Pisu, ma non potrei decentemente citare nulla di suo. Se non altro non potranno accusarmi di averlo copiato :-(
Grazie della lettura, comunque, e goditi il tuo buen ritiro. Ma non troppo.

S_3ves ha detto...

"Putiferio va alla guerra" me lo ricordo anch'io. Invece la tua Putiferio mi ricorda qualcun altro…
Mi ricordo anche Silverio Pisu. Non vorrei osare troppo, ma Silverio potrebbe essera autore di un divertente raccontino (forse pubblicato sul vecchissimo Galassia) sull'anima (usata in senso traslato, tipo un paese di 100 anime) e un tentativo di invasione aliena. È possibile? Che ne dici Nick?

Massimo Citi ha detto...

@S_3ves: già, era un sabato sera di un giorno invernale qualunque. Lo davano in alternativa a "Canzonissima", e noi - ognuno a casa sua - ha preferito disertare l'appuntamento nazional-popolare. Dovevamo e dobbiamo avere qualcosa in comune, noi due :-)
Quanto al resto, se aspetti Nick vedrai che ti risponderà.