3.5.13

Interrogativi inutili


Sono giorni che lo sento ripetere. In radio, alla TV, sui giornali, al (pletorico) corteo del Primo Maggio, e anche direttamente, di persona. «Il PD ha tradito, il PD ci ha tradito, l'accordo PD-PDL è un tradimento». 
Curioso, il ritorno di una categoria etica che il nostro mondo post-moderno sembrava aver sorpassato. Il tradimento, la parola spezzata, il giuramento tradito. 
In proposito sono stato a lungo superficialmente indifferente. Non ho votato per il PD [1] e ho una lunghissima esperienza più o meno tragicomica di sostegno a forze minori e minoritarie della sinistra. Ma ho già votato N volte e ho evitato scrupolosamente di dare il mio appoggio al Grande Partito salvo - ovviamente - nei casi di necessario sostegno all'unico candidato di sinistra. È dai tempi del rapimento Moro che ho deciso di boicottare sistematicamente il Partito. Non credevo - e non credo tuttora - che una vita umana possa e potesse essere un prezzo accettabile per il mantenimento di uno stato come quello che conosciamo e che abbiamo conosciuto. La mia antipatia per le BR e per le formazioni della lotta armata era ed è incontenibile - soprattutto per i loro modi da iniziati che nulla hanno a che fare con la tradizione comunista -, ma ho sentito un gelido odio verso gli esponenti del Partito che sacrificavano Aldo Moro all'interno di una strategia del terrore della quale tuttora non sappiamo abbastanza. Li giudicai rigidi esecutori di un disegno oscuro che fece di loro i passacarte di un potere anonimo. Servi sciocchi, «arnesi della reazione», come avrebbe scritto un comunista del XIX secolo [2].
Ho ancora profondamente in mente, tanto profondamente da non poterlo cancellare, il ricordo di un convegno a Bologna nel 1977, quando fui fermato dalla polizia e perquisito. Mi trovarono un flauto e - Dio sia lodato - non me lo requisirono. Ricordo il PCI dell'epoca che ululava e muggiva come una bestia ferita sugli autonomi e sul terrorismo. Ricordo la sensazione di smarrimento, di disperazione, di solitudine mia e di tanti altri. Ricordo, e non posso dimenticare. 
Ma non riesco a smettere di illudermi, nonostante tutto. Illudermi che la dirigenza del PD si comporti, prima o poi, come una forza di sinistra. 
L'esito delle elezioni del Presidente della Repubblica mi ha per l'ennesima volta deluso. Certo, trovare dei mediocri furbetti inutilmente pieni di se stessi come i pentastelluti non è un esercizio troppo facile, ma la responsabilità di Grillo e Casaleggio è nulla rispetto al fallimento dell'elezione di Prodi. 
Il PD ha effettivamente tradito. 
Tradito le promesse elettorali, tradito le sue origini, tradito il suo e il nostro futuro.
Profondamente, definitivamente e continua a farlo. «Come ha sempre fatto», mi sussurra un'antica voce. 
Non so che cosa dire a mia figlia, su un tycoon vinto che è ritornato a vincere e che rivincerà (anche perché a qualcuno nel PD questo piace), sui contratti di lavoro che ritornano a moltiplicarsi senza dare garanzia di un lavoro dignitoso e decentemente pagato a nessuno - ma in fondo è normale per un paese che è agli ultimi posti in ricerca, sviluppo e avanzamento tecnologico -, su un partito di "sinistra" che sostiene con cieca convinzione le politiche più liberiste, su un paese dove la cultura, la formazione, l'aggiornamento sono ritenuti inutili, assurdi, tempo e denaro sprecato. 
Nulla di nuovo, per me almeno. 
Ma forse qualcosa di nuovo per chi ha creduto al Partito Distrutto. Forse sarebbe il momento di cominciare a pensare alla nostra liberazione. Dai partiti attuali e soprattutto, per noialtri, del PD. Un vecchio, irritante vampiro dai tratti ingannevoli, come in una storia gotica stucchevolmente ripetitiva.  
Fuori il paletto e il crocefisso e cambiamo genere, una volta per tutte.




[1] Ho votato SEL, per chi desiderasse saperlo. Nel 2006 sono stato uno dei bimbiminkia che ha votato per la sinistra Arcobaleno. Prima ho votato per Rifondazione (non senza qualche doloretto di pancia) e prima ancora... Beh, non ho mai votato per i socialisti o per i radicali, questo posso anche confessarlo.

[2] So di essere patetico, ottocentesco anch'io, ma non so che farci. Però posso assicurare di odiare il PD pur amandone quasi tutti i sostenitori. La vita è così. 

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