30.4.14

Nei dintorni


Salve a tutti!
Sono qui, questa volta, per parlare non di questo blog ma del blog di LN-LibriNuovi al quale sto dedicando molto più tempo che al povero Fronte & Retro, e che - conseguentemente - mi sta dando qualche piccola soddisfazione. 
Nato ad aprile dello scorso anno, dopo l'esperienza comunque positiva del vecchio LN-out-of-print, raggranella ogni giorno dai 30 ai 100 passaggi - passaggi che corrispondono in buona parte a letture - con una tendenza alla crescita. Il sito raccoglie al momento poco meno di 800 articoli, in parte articoli già pubblicati su LN cartaceo e in parte articoli nuovi, di Consolata Lanza, di Silvia Treves, miei, la famose interviste di Nick il Noctuniano, gli articoli di Franco Pezzini più varie ed eventuali.
E il sito cresce anche grazie a una forma di cannibalismo, dato che spesso, nel momento di scegliere dove pubblicare una mia recensione, finisco per pubblicarla su LN, perché comunque sono sicuro che lì qualcuno lo leggerà.
A questo punto mi viene in mente il buon Francesco Eandi, costruttore del sito di LN, che mi ammoniva a non disperdere i miei sforzi. "Lavora su LN, non preoccuparti del resto". Già, verissimo, solo che... Insomma, non è facile dedicare tutti i propri sforzi a un solo blog, oltretutto monotematico come LN. Ma su questo tema penso ritornerò. 
In ogni caso è curioso come le letture del sito procedano indipendentemente dalla lunghezza dell'articolo. 
Il buon Francesco Eandi (sempre lui) mi ammonì a suo tempo che "articoli troppo lunghi facilmente vengono saltati" e non ho motivi per dubitarne, ma dando un'occhiata ai post più letti gli articoli lunghi, gli speciali, le interviste, le mappe (recensioni di più libri dello stesso o di diversi autori) risultano letti con la stessa frequenza degli articoli più brevi. Ora, assumendo che la lunga esperienza di Eandi nella gestione di siti internet dà più che qualche valido fondamento ai suoi commenti, non posso che osservare che gli articoli più lunghi pubblicati su LN hanno qualche peculiarità che li rende, nonostante tutto, appetibili. L'approfondimento su un autore, per esempio, o una visione più ampia su un genere e sul suo passato, storia e storie di autori e città, riflessioni sulla scienza e le scienze... tutti elementi che hanno contribuito a spingere non pochi lettori a fermarsi sulle nostre pagine. 
D'altro canto resta vero che spesso ciò che un lettore cerca è un commento rapido e incisivo che non superi, possibilmente, le venti - trenta righe. E temo sarà bene lavorare anche su questo genere di recensioni brevi. 



Ma veniamo ai problemi, ovvero, in qualche caso, alle scelte compiute:
D.: A che cosa serve recensire libri usciti 10-12 anni fa e divenuti introvabili? 
R.: Beh, a parte che ormai di irreperibile grazie a internet non esiste quasi più nulla, il concetto è quello di conservare la memoria di buoni libri e di buoni autori. Comunque nelle pagine di LN esistono centinaia di articoli che non ripubblichiamo perché troppo evidentemente legati a un altro momento e ad altri gusti. I titoli recuperati lo sono per qualità del libro presentato. 
D.: Pubblicate soltanto recensioni e simili?
R.: Per il momento sì. Un grosso problema sul quale stiamo riflettendo sono i libri elettronici autoprodotti e i libri autopubblicati. Meritano o no un commento, interessano - soprattutto i secondi - a qualcuno di diverso dall'autore? E se fra di loro si annidasse un secondo Shakespeare o un secondo Dante Alighieri? 
Niente battute, per favore. 
Anche questo è un problema sul quale merita riflettere.
D.: I vostri pareri sono talvolta molto diversi dal mio. Ma non ho voglia di scrivervi per farvelo sapere. 
R.: Già. Pochi commenti e solo qualcuno che suggerisce ulteriori percorsi o fa notare educatamente di non essere d'accordo con un commento o una recensione. Una dozzina al massimo. Siete tutti così convinti che siamo il massimo, tanto da non meritare altro che un rispettoso silenzio? Ovviamente non è possibile: il problema è la normale pigrizia del navigatore che apprezza - o non apprezza - ma non ha voglia di commentare. Sarebbe bello leggere anche i vostri commenti, almeno ogni tanto, ma non abbiamo nemmeno intenzione di sparare megakzzte per darvi la soddisfazione di scriverci quanto siamo farlocchi. Insomma, i vostri commenti sono graditissimi ma se continuate a rimanere in silenzio ce ne faremo una ragione.
D.: Ricorrerete ancora a collaborazioni con altri siti e blog?
R.: Perbacco! Stiamo studiando un modo per reclamizzare sulla pagina FB della rivista (che esiste qui) gli articoli e gli interventi che ci sono parsi più interessanti e continueremo a ripubblicare interviste e articoli da altri blog - come abbiamo fatto finora per Nocturnia e Anaconda Anoressica. Oltre a questo presto pubblicheremo un intervento nel quale si invitano i lettori a inviare le proprie recensioni. Piccola nota: non inviateci, per favore, richieste di recensioni alla vostra ultima opera. La risposta non può che essere negativa, non per perfidia pura ma semplicemente perché ci è impossibile leggere a un tale ritmo e scrivere qualcosa che abbia un minimo di senso. E comunque le nostre esperienze - le mie in particolare, dal momento che ero uno dei due addetti a leggere i libri che arrivavano in libreria inviati dagli autori - sono state estremamente negative. Mai dire a un autore esordiente che il suo libro non assomiglia nemmeno un po' a un capolavoro. Per un po' ho conservato le lettere che mi arrivavano in risposta ("lei non capito nulla"; "ma è possibile che lei sia così bestia da non aver compreso che..."; "la sua lettera mi ha spezzato il cuore e non sono riuscita a dormire per tutta la notte"), poi ho smesso di farmi il sangue amaro, ho buttato via l'epistolario e preferisco rispondere: "grazie non fumo".
...
Per il momento ho terminato, sperando di essere riuscito a spiegare come mai ultimamente sono uccel di bosco sulle frequenze di Fronte & Retro. Sinceramente fatico a star dietro a tutti e due i blog. Può darsi che, in definitiva, abbia ragione Eandi, ma ne riparleremo.   


25.4.14

Tempi magri


No, non sono scomparso. 
Né mi è successo qualcosa di terribile.
Semplicemente non sono riuscito a trovare qualcosa che meritasse scrivere, o che io fossi in grado di scrivere decentemente. È un  momento vuoto di idee e di stimoli e più o meno tutti i giorni rifletto sul mio blog abbandonato senza che mi venga in mente qualcosa da scrivere. 
Qualcosa da scrivere che non annoi a morte i miei pochi lettori, ovviamente. 
Sicché, tanto per non lasciarlo troppo a lungo vuoto, racconterò due cose sui libri che ho letto e sto leggendo.
Su un vecchio libro di McEwan, per esempio, non dei più riusciti, a mio umilissimo parere: L'amore fatale, anno 1997. Però una storia curiosa raccontata magistralmente. Se doveste incontrarlo usato (io l'ho pagato 2 €) non fatevelo sfuggire. Ho finito di leggere Menti tribali di Jonathan Hardt, saggio lungo più o meno il doppio di quanto sarebbe stato utile per illuminare il complesso rapporto tra psicologia e religione. Un libro sicuramente ben documentato e ricco di riferimenti, in ogni caso meritevole di essere letto ma sostanzialmente utile giusto a non deprecare a vuoto e non cominciare mai una disputa con un Testimone di Geova o con un vecchio leghista non pentito. Quando la morale diventa politica - o religione - schierarsi contro affermazioni indimostrabili e "sentimentali" significa farsi odiare ora e per sempre. E anche tenere una posizione bassa senza esporsi troppo non serve a nulla perché si ha a che fare con gente che HA RAGIONE  e non intende farsi ulteriori domande su nessun argomento. 
Una coppa piena di stelle di Robert F. Young è un'antologia di sf del 1968 che ho recuperato in edizione Galassia. Eccellente il racconto L'Albero e non male gli altri ma l'antologia precedente, Trenta giorni aveva settembre sapeva tenere un miglior equilibrio tra lo stile rarefatto dell'autore e il tema, in genere attentamente morale. In ogni caso non male, anche se la maledetta rilegatura americana ha rischiato spesso di trasformare il libro in una raccolta incoerente di fogli sparsi. Lo spazio deserto di M. John Harrison è il terzo volume del ciclo iniziato con Luce dell'Universo. Un'eccellente raccolta di immagini che in certi momenti capaci di donare una doppia vista, un'umanità sottilmente cambiata che non è sempre possibile comprendere fino in fondo e una storia che non si chiude. Mi è piaciuto? Bah, ho provato in diversi momenti il desiderio di far volare il volume dalla finestra, ma quando un'immagine mi colpiva, mi colpiva a fondo. Non lo consiglio a nessuno, ma comunque merita la lettura, magari cominciando dalla lettura del primo volume. 
L'ultimo amore del presidente di Andrei Kurkov, ed. or. 2004, mi è stato consigliato da mia figlia o l'ho trovato davvero notevole. Senza contare che la vicenda riguarda un immaginario Presidente dell'Ucraina, quindi curiosamente molto attuale. Non è un romanzo politico ma schiettamente esistenziale, raccontato su tre diversi piani temporali, con il gusto amaramente umoristico di Kurkov. Acquistato per 4,90 €, in versione rilegata, quindi solido e ben rilegato. Che vuol dire qualcosa sulla comodità di leggerlo. 
Affascinante Ragnarök, la fine degli dei, di A.S.Byatt, il racconto di come la mitologia norrena viene recepita e interpretata da una bambina sfollata nella campagna inglese durante la guerra. Delicato come un cristallo e potente come una nota d'organo merita la lettura e la rilettura. WWW3: la mente di Robert Saywer dà l'idea di essere stato scritto per un pubblico di teenager. E ha l'enorme difetto di immaginare un'intelligenza nata dalla Rete buona, comprensibile, ragionevole, fantasiosa e tollerante. Si legge sperando che prima o poi l'intelligenza artificiale escogiti qualcosa di terribile ai danni dell'umanità, ma questo avviene solo per colpa dei perfidi politici cinesi, e comunque si tratta di un breve momento che verrà presto rimosso. Non solo, la Mente spesso tiene interventi pubblici che Sawyer ci presenta in esclusiva. In sostanza la conclusione è che l'umanità è drammaticamente ignorante e spesso può diventare cattiva sempre perché ignorante, un ragionamento già abbondantemente sentito. Meno male che nascono altre forme di intelligenza che ci salveranno, sempre che lo vogliamo, naturalmente. Frank Close, infine, è l'autore di Neutrino, storia e natura della particella più elusiva e insieme più comune nell'universo. Sono a pagina 120 su 162 e posso già affermare di non aver gettato via il mio denaro. 
Nient'altro da aggiungere. È molto probabile che la prossima volta parlerò di ALIA, anche perché in questo momento non ho in mente molto altro. Un abbraccio a tutti. 

9.4.14

La decadenza


Sì, questa volta parlerò di lui, il nostro beneamato B., l'uomo che ha contribuito a rendere l'Italia un paese anche più corrotto, disperato e vile di quanto non fosse. Un colpevole tra i molti colpevoli, un corruttore ma di genio e fantasia, forte con i deboli e debole coi forti, dotato di un numero considerevole di manie e con alcune idiosincrasie tipiche degli italiani della sua età e della sua formazione mentale. 
A volerlo guardare con attenzione in questo momento c'è di che rimanere esterrefatti pensando a coloro che persistono tuttora nel sostenerlo e nell'augurarsi sia di nuovo lui a divenire presidente del consiglio. Capelli da manichino schierati sul cranio a nascondere la calvizie vincente, rughe ritoccate, occhi piccoli, pronti a scorrere dalla falsa bonomia alla rabbia livida, orecchie enormi che affiancano il cranio come come ali in lenta crescita, corpo piccolo e decisamente inquartato, collo corto, il viso perennemente atteggiato a una smorfia rabbiosa. Onestamente si tratta di un individuo antropologicamente ributtante ma, come l'imperatore della fiaba, c'è sempre qualcuno pronto a dire che i suoi abiti - e con essi i suoi modi, il suo umorismo greve e imbarazzante, il suo gestire da arricchito e ben fiero di esserlo - sono meravigliosi, unici, splendidi, inimitabili, executive e insieme virili, pensosi e mistici. Ma non è tanto l'omarino di burro ormai irrancidito a richiamare la mia attenzione, ma è il vasto popolo - più o meno il 15% della popolazione italiana - a richiedere un surplus di attenzione. 
Donne, innanzitutto, più del 60% del suo elettorato è femminile. Di basso livello culturale e sociale, molte giovanissime ma anche molte anziane, che posseggono come unico canale di comunicazione con il mondo la televisione. Che hanno una visione appiattita e timorosa della realtà, quel posto dove si aggirano scippatori, truffatori, violenti di ogni genere e razza pronti ad approfittare di una povera donna. Se per i giovani e i giovanissimi il voto per B. è un voto da menimpipo, dato senza troppa convinzione - fatta eccezione per i fanatici dello statu quo e gli estremisti di centro, sempre pronti a correre in soccorso del vincitore -, il voto degli anziani ha caratteristiche diverse: è stato per molto tempo un voto dato direttamente alla TV, a esprimere gradimento e fiducia nel mondo che quella TV trasmetteva, rendendolo più reale della realtà. Ultimamente, però, anche queste classi di sostenitori dell'ex-cavaliere sono tendenzialmente in caduta. La condanna del Cavaliere è un dato reale, che anche se non viene preso troppo sul serio pesa comunque sul suo giudizio e, ancor di più, pesa la crisi economica di fronte alla quale il nostro valoroso B. si è dimostrato un chiassoso e inutile moscone in mezzo alla tempesta. Questo ovviamente non significa che i votanti di B. siano pronti a passare massicciamente a sinistra, ma non è detto che lo vogliano seguire fino alla fine. Una parte considerevole del suo elettorato si è già traferita sotto le bandiere di Grillo, attirati dalle urla del comico che promette un'Italia senza Euro né impegni con l'Europa, un'Italia che non paga i suoi debiti, che butta fuori gli stranieri e che riduce il suo debito pubblico licenziando gli statali (!!!). Il ché è almeno in parte la base ideologica dei Tea Party, detto per inciso. 


Certo, sono voti persi ma non sarebbero necessariamente persi per sempre se Forza Italia fosse ancora in grado di rappresentare insieme i piccoli e grandi evasori fiscali del nord e il notabilato meridionale attiguo alle mafie, un piccolo miracolo che era stato possibile all'ex-cavaliere. Ma la crisi pesta forte e molti tra costoro non si fidano più di Mr. B. e dei suoi sfiatati, corrucciati e brodosi proclami contro la magistratura rossa e gli zombie comunisti. Proclami utili per i quattro fessi che popolano i suoi  comizi a porte chiuse a sentire la sua voce al telefono ma non funzionano più, se non marginalmente, sul suo elettorato storico. 
Come non bastasse si è scatenata la corsa al posto al sole tra i suoi ex-pretoriani, dalla neo-fidanzata giù giù fino al Brunetta. Tutti a commentare in vario modo la situazione attuale, ciascuno a dichiarare una posizione diversa destinata a rientrare davanti alla presa di posizione ufficiale di B. ma faticosamente, riluttanti come ragazzini che stavano per fare a botte. Una volta non era così, ammettiamolo, i reggicoda di B. erano trombonauti che ingoiavano la carta carbone e la risputavano a gran voce, tutti identici e sovrapponibili. Ora che il piccolo vecchio ha paura della magistratura, dei propri infiniti peccati che vengono a galla come cadaveri e dell'età che avanza, i reggicoda sono in ambascia e ciascuno cerca di richiamare l'attenzione su se stesso come può.   
Passato il tempo dei lunghi cortei di affaristi venuti a guadagnare un pezzetto sugli affari di stato, all'ex-cavaliere non rimane che paventare il suo breve futuro e continuare a telefonare ai suoi dodicimila Club Forza Silvio ripetendo per dodicimila volte la favola nera di Magistratura Democratica e dei comunisti revenants condita con qualche barzelletta stantia. 
Un lungo tramonto di una lunga giornata senza gloria. Un'oscura decadenza, come è giusto che sia. 


8.4.14

ALIA le ultimissime novità


Ogni tanto anche coloro che dormono a lungo danno qualche segno di vita. 
Il sito di ALIA si è palesato con una veloce cronaca della situazione al tempo presente, con gli ultimi arrivi e qualche previsione ragionevole per la chiusura di ALIA Evo. 
Nulla di che, ma nel caso foste interessati vi basterà schiacciare 


Buona lettura!

 

 

2.4.14

Una nuova antologia e altro


Sono in ritardo sul blog. Me ne rendo conto. 
Ma non ho trovato uno straccio di argomento del quale meriti discutere. Renzi che straparla, Berlusconi che aspetta e si agita in attesa della condanna, Grillo che gira l'Italia per sparare a destra e a sinistra - particolarmente a sinistra... In una situazione internazionale che non promette nulla di buono. Non so chi si augurava o si illudeva che lasciando la briglia sciolta al capitalismo finanziario sarebbe andata meglio per tutti. Non è stato così. Non è così. Continuano ad aumentare i poveri e il ceto medio produttivo si va gradualmente sfaldando, vendendo il futuro per poter acquistare il presente. E i giovani - sempre meno - sono (in Italia) al 42% di disoccupazione e per vivere sono costretti a convivere con i genitori. Che aggiungere ancora?
Così per una volta parlerò di me stesso e dei miei piccoli progetti. 
Sto preparando una nuova antologia che - se l'editor la troverà accettabile -  dovrebbe uscire in versione elettronica. Niente sf, questa volta, ma storie di fantasmi... no, non proprio, storie di presenze, quelle presenze che si infilano in vite assolutamente normali, guadagnano spazio, pensieri, sogni e le mutano profondamente e irreversibilmente. Presenze di amanti perduti, di un compagno di scuola scomparso, di un passato che non può tornare... Otto racconti per poco più di un centinaio di pagine. Due racconti - i più lunghi - sono a suo tempo usciti su Fata Morgana, uno sull'ultimo ALIA, un paio su un'antologie pubblicate da altri editori e gli altri tre sono inediti o usciti esclusivamente qui, sul mio blog e sono stati scelti proprio per queste presenze che ne fanno un'antologia compatta. Un altro paio di racconti, comunque, li tengo di scorta nel caso ne fosse scartato qualcuno o se fosse necessario imbottire ulteriormente il panino. 
Credo si tratti di un buon lavoro, anche se temo di non essere la persona giusta per dirlo. 
...
Capitolo ALIA. Ne parlo qui, poi ne parlerò anche sul blog ALIA Evo. È arrivato il primo dei racconti stranieri ed è arrivato anche il testo di Paolo Cavazza, F come Frankenstein. Il totale finora è di dodici autori ma mancano finora all'appello altri cinque autori, due italiani e tre stranieri. Il totale è al momento di 250 pagine ed è prevedibile che alla fine sfioreremo le 400. Dove lo venderemo, a quale prezzo? Sinceramente non l'abbiamo ancora stabilito. Tenendo comunque conto che gli autori, i traduttori e i redattori hanno offerto le loro opere e il loro lavoro gratuitamente non dovrebbe essere un problema offrire ALIA a un prezzo decisamente popolare. Quanto ai tempi di realizzazione mi scuso per i tempi pressoché geologici della realizzazione dell'antologia ma i tre traduttori hanno sempre il problema di sopravvivere, dopodiché si può dedicare del tempo a cercare i possibile autori, aspettare che gli autori scelgano il racconto che pare loro più adatto, attendere l'invio, tradurlo e infine inviarlo. Non è un lavoro da poco. Se siete tra coloro che stanno aspettando ALIA resistete, l'antologia è vicina al sua pubblicazione. 
...
Ultima cosa, la scorsa settimana ho incassato il piccolo quibus per il lavoro di correzione e impaginazione per un libro. Nulla di che, ma mi ha comunque fatto piacere essere ancora in pista nel settore editoria. A questo lavoro dovrebbero seguirne altri: un piccolo beneficio per il portafiglio e un beneficio non piccolo per la possibilità di lavorare su un libro. Che ci volete fare: sono fatto così.